In tutte le librerie il nuovo numero di MicroMega: “Disconnessi. L'impatto dei social sulle nostre vite”
In uscita il volume 3/2025 della rivista.
Nati con la promessa di connetterci, liberarci, renderci più partecipi e più prossimi, i social hanno subìto negli anni una sorta di mutazione genetica. Da spazi di relazione sono diventati spazi di esposizione, da reti orizzontali si sono trasformati in strumenti di concentrazione del potere. E mentre continuiamo a chiamarli “social”, la sensazione diffusa è che siano diventati – paradossalmente – un fattore di disconnessione.
Il volume 3-2025 di MicroMega – in libreria dal 30 maggio – esplora la questione muovendosi lungo due assi principali: da un lato, l’impatto dei social sulla politica e sul dibattito pubblico; dall’altro, le trasformazioni che essi imprimono sulle nostre vite, sulle nostre relazioni, su chi siamo.
“Non invitiamo all’esodo digitale, perché non ci crogioliamo nell’illusione che la fuga (che pure in molti stanno sperimentando) risolva il problema”, scrive la direttrice Cinzia Sciuto nel suo prologo. “Quello che proponiamo è uno sforzo critico. Offrire strumenti per comprendere, per smontare, per interrogare il modo in cui queste piattaforme operano: non nei loro dettagli tecnici, ma nei loro effetti politici, culturali, sociali. Con un’avvertenza importante: non è (solo) responsabilità del singolo. È una questione politica. Di assetti economici, di scelte collettive, di strutture materiali”.
DAL 30 MAGGIO IN TUTTE LE LIBRERIE, FISICHE E ONLINE. ACQUISTA LA TUA COPIA NELLA TUA LIBRERIA DI FIDUCIA O NEI PRINCIPALI STORE.
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IL SOMMARIO DEL VOLUME
ICEBERG 1 la polis al tempo dei social
Il potere infrastrutturale delle piattaforme – Marco Deseriis
Reinventare la sfera pubblica dei social è possibile solo a partire da una radicale trasformazione dell’infrastruttura e del modello di business delle piattaforme commerciali. La scommessa è quella di ripensare la comunicazione dei social a partire dalle basi materiali che la organizzano e la configurano nella sua forma attuale.
Propaganda social. Come l’estrema destra ha conquistato la rete – Francesco Brusa e Vito Saccomandi
I social media sono sempre più brodo di coltura della propaganda politica, a opera soprattutto dei soggetti della nuova destra. Attraverso strategie opache e non di rado fraudolente – come account falsi, campagne di disinformazione, deepfake e propaganda mascherata – creano un ecosistema comunicativo parallelo, che scavalca i media tradizionali e svuota la sfera pubblica.
La rivoluzione non è un post sui social – Christian Elia
Un doveroso senso di realtà impone di essere consapevoli che la primavera araba del 2011 non è stata la rivoluzione di internet. È indiscutibile però che le reti sociali giocarono un ruolo chiave di documentazione e diffusione di contenuti tra gruppi e individui che erano stati isolati e perseguitati dai sistemi di controllo di quei regimi. Ruolo chiave che i social – pensiamo a Gaza o alla Serbia – giocano ancora oggi.
Effetto TikTok. Quando i social media diventano asociali – Paolo Gerbaudo
Alcuni analisti parlano di una “tiktokizzazione” dei social media e di internet nel suo complesso, con molte piattaforme che imitano sempre più il design, il formato video breve e l’approccio alla viralità algoritmica di TikTok. Eppure, fino a oggi “l’effetto TikTok” è rimasto perlopiù incompreso e spesso ridotto a una caricatura. In che modo sta davvero cambiando la comunicazione digitale e la società? E come potrebbe trasformare la sfera pubblica e la politica?
Non solo fake news. Come la disinformazione viaggia in rete – Gloria Origgi
La struttura economica e tecnologica dei social crea più disinformazione di quanto non facciano i contenuti falsi postati dagli utenti, perché manipola la rilevanza dei messaggi e il loro impatto, li mostra solo a sotto-gruppi di persone e crea effetti di gerarchia delle informazioni del tutto innaturali. Con conseguenze importanti per la qualità della sfera pubblica e, in fin dei conti, della nostra democrazia.
Le ambiguità del fact-checking – Emma Catherine Gainsforth
In una democrazia fortemente impoverita, in cui sono saltati tutti i livelli di intermediazione, che erano anche livelli di elaborazione politica e culturale – giornali, partiti, sindacati –, nonché dominata da quello che viene definito il “collasso del contesto”, il cosiddetto fact-checking nella migliore delle ipotesi è inutile, nella peggiore contribuisce esso stesso a ridurre la sfera pubblica a una dimensione binaria di proposizioni vere o false, decontestualizzate e irrelate. Oltre a fornire ai già potentissimi proprietari delle piattaforme un ulteriore potere di controllo.
Il grande esodo –Andrea Daniele Signorelli
Negli ultimi anni sempre più utenti, spinti da disinformazione, odio, logiche algoritmiche tossiche e polarizzazione estrema, stanno abbandonando i social network tradizionali. A guidare l’esodo è spesso il mondo progressista, in fuga da piattaforme come X/Twitter e in cerca di spazi più accoglienti come Bluesky o i cosiddetti “falò digitali”. Una trasformazione silenziosa ma radicale dell’ecosistema online.
Critica della ragione informatica (trent’anni dopo) – Pierfranco Pellizzetti
Nato in ambito industrial-militare, il “cyberspazio” si è trasformato in una nuova dimensione economico-sociale, apparentemente orizzontale e democratica, ma in realtà funzionale alla riproduzione del capitalismo in crisi. Breve storia di come l’utopia dell’informazione libera e della “e-democracy” si è tramutata in un’architettura globale di sorveglianza, dominata da oligopoli digitali che colonizzano la natura umana per trarne profitto.
SAGGIO 1
Terrorismi, estremismi e social media – Elettra Santori
Il terrorismo tradizionale e dottrinale, consolidato su testi sacri e bibbie laiche di autori sovversivi, si è slabbrato in poltiglie social, in cui dell’ideologia non resta che un macinato di informazioni da masticare appena e deglutire in fretta. Dal jihadismo islamico all’estremismo di destra, passando per il mondo degli incel, una panoramica di come sono cambiati tempi e modi della radicalizzazione online.
TAVOLA ROTONDA
Oltre l’algoritmo: la sfida del giornalismo – Bianca Arrighini/Francesco Cancellato/Gianmichele Laino
Quanto e in che modo i social network hanno influenzato il modo di fare informazione? Quali strategie si possono pensare e mettere in campo per arginare il fatto, incontrovertibile, che i veri editori sono oggi le grandi piattaforme, che agli altri lasciano solo le briciole? Tre professionisti del settore a confronto.
SAGGIO 2
I social sotto la lente dell’antropologo – Daniel Miller
Lo sguardo degli antropologi, che passano mesi e mesi sul campo vivendo all’interno delle comunità e svolgendo attività fianco a fianco con le persone per capire davvero che cosa fanno anziché limitarsi a ciò che dicono, ci consente di comprendere molti aspetti dei social media che le altre discipline lasciano in ombra. Uno dei maggiori esperti della materia racconta i risultati delle sue ultime ricerche.
ICEBERG 2 metamorfosi
Posto dunque sono. Com’è cambiata la nostra identità in rete – Serena Ciranna
Dai primi social network, come MySpace, a quelli in uso oggi, come Facebook e Instagram, il campo delle possibilità riguardo alla capacità per gli individui di costruire autonomamente la propria identità digitale si è man mano ristretto, mentre la centralità del concetto di identità come mezzo di influenza – e persino di marketing – si è ampliato. Uno sguardo all’evoluzione delle identità in rete.
L’oro del XXI secolo si chiama attenzione – Stefana Broadbent
Il valore di piattaforme come Instagram o X, con i loro milioni e milioni di utenti, si basa sullo sfruttamento di una risorsa umana preziosa e relativamente scarsa: l’attenzione. Le grandi piattaforme la catturano, la misurano e la monetizzano, alimentando un modello estrattivo che mina la nostra libertà cognitiva. Riprendere il controllo dell’attenzione è oggi una sfida politica e culturale imprescindibile.
Da piazza a mercato – Fabio Bartoli
Originariamente usati per restare in contatto con persone conosciute, i social sono diventati via via un luogo virtuale dove promuovere sé stessi e vendere contenuti ad anonimi follower. La piazza si è infine trasformata in un mercato le cui vetrine in realtà non sono così scintillanti come appaiono. Come si è sviluppato questo processo? Quali le figure trainanti? E che impatto ha avuto sulla vita di chi è dall’una e dall’altra parte dello schermo?
Estetica, economia e desiderio nei video social – Mariasole Garacci
“Il medium è il messaggio”, affermava Marshall McLuhan. La produzione e il consumo di video sui social media non sono semplici pratiche di intrattenimento, ma funzioni di un sistema che alimenta desideri, modella forme di lavoro fluido e di relazione sociale. Comprenderne estetiche e strategie non significa rifiutarlo, ma imparare a frequentarlo con maggiore consapevolezza.
Scrittura 2.0. L’influenza dei social sulla lingua italiana – Nicola Grandi
Diffusa è l’idea che i social network abbiano contribuito a un declino della lingua italiana, ma le cose stanno davvero così? Diversi studi in realtà ci dicono che il quadro è articolato e può essere affrontato da diverse prospettive. Certo è che oggi si scrive molto di più e in contesti molto più variegati di quelli formali ai quali era un tempo relegata la scrittura. Con un effetto che amplifica la percezione di un declino della nostra lingua.
Homo solitarius. I social e l’ingegneria della solitudine – Paolo Ercolani
A quasi trent’anni di distanza da Homo videns di Giovanni Sartori, testo in cui si decretava la fine dell’Homo sapiens davanti allo schermo televisivo, assistiamo oggi a una nuova trasformazione antropologica, provocata dalla tecnologia digitale e dai social network. Si tratta della comparsa dell’Homo solitarius: ossia un individuo in cui alla debolezza cognitiva si aggiunge la difficoltà di intrattenere relazioni umane e sociali profonde.
DIALOGO
Social media e salute mentale dei giovani: quale nesso? – Candice Odgers/Jonathan Haidt
Con il bestseller internazionale “La generazione ansiosa”, lo psicologo Jonathan Haidt ha messo in guardia dagli effetti dell’uso dei social sulla salute mentale dei giovani. Ma il nesso tra le due cose è davvero così forte? Secondo la sua collega Candice Odgers, no. O meglio, non ci sono le evidenze scientifiche per sostenerlo. E il rischio è che demonizzando i social media si perdano di vista altri fattori che influiscono sul benessere mentale di ragazze e ragazzi.